Arriva il topo Biotech che non si ammala di cancro

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Usa: una ricerca finanziata dal National Institute of Health ha creato delle cavie geneticamente modificate che contengono il gene Par-4. Sarebbe proprio quest’ultimo il gene killer delle cellule tumorali: al Par-4 si deve infatti la produzione di una proteina che rende immuni da ogni forma di cancro.
Ciascun super-topo è stato creato tramite l’inserimento del gene anti-tumore all’interno di una cellula uovo di cavia, poi cresciuta nell’utero di una mamma-topa ospite. I cuccioli così nati, contenenti il gene Par-4, non sviluppano alcun tipo di cancro e vivono più a lungo rispetto ai topi di controllo.
La ricerca ha suscitato grande interesse tra gli scienziati, tra cui Umberto Veronesi, che in un’intervista al Corriere dichiara che “chi nasce oggi avrà il 90% di possibilità di guarire dal tumore”.

Quando l’Aids non fa più paura

L’Aids non fa più paura. Forse le nuove frontiere delle medicina e la diffusione di nuove prospettive di cura hanno portato ad un abbassamento della soglia di percezione del pericolo di questa malattia, scrive il Corriere della Sera. E’ una notizia allarmante, come i dati che l’hanno prodotta: in Italia ogni giorno 11 italiani diventano sieropositivi. Cambia anche il target dei contagi che coinvolgono soprattutto uomini tra i 40 e i 44 anni. Scende invece al 28% tra gli omosessuali e i tossicodipendenti, anche se il ritorno dell’eroina sul mercato delle droghe costituisce un fattore di rischio per una ulteriore diffusione della malattia.

I medicinali antiretrovirali consentono ai pazienti un’ attesa di vita oltre i 20 anni, ma solo se assunti prima della compromissione del sistema immunitario. Un motivo in più per sottoporsi al test, gratuito e immediato presso le Unità Operative Aids delle Asl.

Giornata mondiale dell’Aids: 1 dicembre 2007.

Islanda: il ghiaccio più accogliente del mondo

Il video dei Sigur Ros: quando la musica nasce dal paesaggio

Freddo, ghiaccio, lava, vento… Eppure l’Islanda è il Paese dove si vive meglio al mondo. Lo dice il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP).

L’Italia si piazza al ventesimo posto, dopo la Nuova Zelanda e subito prima di Hong Kong.

Italia ultima nel diritto a non soffrire

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L’Italia è il fanalino di coda europeo della terapia del dolore. Lo dice un rapporto dell’OMS che vede la spesa media italiana annua per il consumo di oppioidi ferma a 0,52 euro pro-capite, contro i 7,25 della Germania ed il 7,14 della Danimarca. Costantino Benedetti, docente di anestesiologia e terapia del dolore alla Ohio State University denuncia un numero di circa 90.000 pazienti in Italia che morirebbero senza un’adeguata cura antidolore. E cita Primo Levi: “se sappiamo che il dolore e la sofferenza possono essere alleviati e noi non facciamo nulla, noi stessi siamo dei carnefici”.

Intanto da Pisa arriva un test in grado di stabilire la soglia del dolore individuale di ognuno attraverso un semplice prelievo di sangue. Per mezzo di analisi si può determinare la risposta genetica del paziente alla terapia farmacologica. Grazie a dei particolari recettori che consentono di quantificare e indirizzare la morfina le dosi vengono minimizzate e ridotte quindi al minimo indispensabile. Trattasi di un diritto: “il diritto a non soffrire”, come l’ha definito Umberto Veronesi.

Energia rinnovabile: la scommessa di Berlino

Ridurre del 40% rispetto al 1990 le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. E’ questa la sfida con cui la Merkel si presenterà alla conferenze sul clima prevista a Bali per la prossima settimana. Non solo, ma la Germania mira a portare al 20% del totale le fonti energetiche rinnovabili. Questo soprattutto tramite un incremento dello sfruttamento dell’energia eolica e tramite nuove norme per il riscaldamento delle case che dovrà almeno in parte essere alimentato da celle solari, da biogas e da pompe di calore.

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E intanto al Forum di Assago (Milano) si è conclusa la fiera casa energia expo

Guarda il video di “casa ecologica”

e consulta gli incentivi  
e il sito di La casa ecologica

L’acqua più trendy

Acqua

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Sarà una moda, ma rimane il fatto che “dal punto di vista igienico e sanitario l’acqua del rubinetto è molto controllata e quindi sicura”. Così spiega Giovanni Pastore, esperto dell’Inran (Istituto nazionale Ricerca Nutrizione e Alimenti).

SALI MINERALI : le differenze tra le varie acqua in bottiglia e del rubinetto non sono tali da avere ripercussioni sulla salute. In caso di particolare patologie il medico può consigliare un’acqua con caratteristiche specifiche.

TUBATURE: le tubature possono subire danni e avere delle perdite, ma è più che più che improbabile la loro contaminazione interna

CALCARE: varia da città a città, ma non è un problema se non per persone con particolari patologie (peraltro estremamente rare)

CLORO: è indice di controllo dell’acqua. se il sapore non piace la si può esporre all’aria o scaldare leggermente

FILTRI: esistono sia per filtrare sia per gassare l’acqua, ma non sono indispensabili

CONTROLLI: l’acqua in Italia è molto ben controllata ovunque.

ALLA SALUTE! DELL’ACQUA OVVIAMENTE…

L’incendio più vecchio del mondo?

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Miniera di Terak, Cina: è stato domato un incendio sotterraneo in attività dagli anni ’50. La regione nordovest del Paese è un’area particolarmente a rischio di questi fenomeni a causa della presenza di giacimenti carboniferi. Questi incendi si innescano in prossimità delle miniere e possono scatenarsi anche per reazioni chimiche non indotte dall’essere umano. a semplice perfoazione del terreno ad esempio può favorire la circolazione dell’ossigeno e provocare il fenomeno.

Le conseguenze degli incendi sotterranei si ripercuotono a livello ambientale, basti pensare che le combustioni di questo tipo provocano nella sola Cina l’immissione di circa 360 milioni di tonnellate di CO2, uan quantità pari alla metà di quella emessa dalle automobili di tutti gli USA in un anno.

Il controllo del fenomeno avviene tramite l’iniezione di fango e acqua nel terreno o per mezzo di azoto liquido e altri materiali come le schiume.

Gli incendi sotterranei sono un fenomeno pressochè sconosciuto, ma coinvolgono aree di tutto il mondo. Lo ricordano bene gli abitanti di Centralia, Pennsylvania, che nel 1984 sono stati evacuati a causa di un incendio sotterraneo sviluppatosi dal 1962 e non ancora domato.

Le nuvole che sparano neve

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Per le precipitazioni, per il sole, per il caldo o per il fresco i popoli di tutto il mondo di solito ricorrevano a Dio. Oggi preghiere e danze sembrano però superate: dal Colorado arriva una nuova tecnica per imbiancare le piste. Protagonista del metodo è un particolare sale, lo ioduro di argento, che viene vaporizzato a terra da uno speciale strumento grazie ad una grande fiammata. La soluzione di ioduro viene poi trasportata verso l’alto dalle correnti ascensionali ed arriva alle nuvole, dove favorisce la condensazione e la formazione dei fiocchi di neve. Il progetto è già in via di realizzazione in Colorado ma sta suscitando grande interesse anche in Cina e in Arabia Saudita, in questi casi per la “produzione” di pioggia per le attività agricole e per la produzione di energia idroelettrica. A chi il diritto di decidere dove e come sarà bene che piova?
E intanto in Italia apre la stagione sciistica, Cervinia, Dolomiti e Ponte di Legno già ad impianti aperti. Grazie alla neve vera, la stagione parte in anticipo: godiamocela, fin che c’è! (vero Andrea?)

E intanto c’è chi la neve se la va a cercare

Annusare il pericolo

Non è una metafora: i topi percepiscono i pericoli attraverso dei neuroni olfattivi situati nella regione dorsale della cavità nasale. La scoperta è di un gruppo di neuroscienziati dell’Università di Tokio che non si sono limitati all’osservazione degli animali. Essi hanno infatti creato un ceppo di topi privi dei neuroni olfattivi dorsali. Risultato? I roditori non percepivano l’odore dei gatti o di altri felini come un segnale di pericolo. Che ne sarà di Gerry? Sicuramente Tom poterbbe trarne grosso giovamento… Per maggiori info sulla ricerca Galileo.net.

Combattere la fame a colpi di pc

Le Nazioni Unite oggi hanno delle nuove armi nella lotta alla fame nel mondo. Come già avvenne nel 2005 attraverso il videogioco Food Force che metteva alla prova i suoi partecipanti nella ricostruzione di Paesi colpiti da carestie e guerre civili, il Pam (Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite), si avvicina al mondo dei giovani attraverso il loro mondo tecnologico. Per la sensibilizzazione delle nuove generazioni “telematiche” questa volta le Nazioni Unite scendono in campo per mezzo di YouTube tramite un concorso di cortometraggi che abbiamo come tema la fame nel mondo. La migliore pellicola sarà caricata sul canale di YouTube del World Food Program ed il vincitore si aggiudicherà un viaggio istruttivo in uno dei luoghi in cui si combatte la fame.
Nella campagna di sensibilizzazione particolare attenzione viene dedicata alla disuguaglianza nell’accesso alle risorse alimentari attraverso un confronto tra l’infanzia obesa del mondo occidentale e la denutrizione di quella del Terzo Mondo. Ancora YouTube è il mezzo di diffusione di questa iniziativa attraverso l’agghiacciante video “Don’t be a pig”, colonna sonora dei Beatles…