Hawaii, un paradiso infernale

Il più giovane vulcano della Big Island di Hawaii ha deciso, come tanti giovani, di fare sentire la sua voce, anche se bisogna dire che è dal 1983 che continua a dire la sua.

Lo spettacolo del Kilauea sta richiamando orde di visitatori a caccia del suggestivo spettacolo di fuoco, aria e acqua che si fondono insieme. Un fenomeno che coinvolge tutti i sensi e che non passa inosservato nè agli occhi, nè alle orecchie, ma nemmeno all’olfatto e al tatto…

Non solo, ma che risveglia un sesto senso, atavico e inspiegabile, di attrazione e stupore per la forza della natura.

Aria pulita dalle rovine

0000106b.jpg Una nuova frontiera proposta oggi da Nature: far crescere piante sul calcestruzzo e la malta di edifici crollati. Durante la fotosintesi le piante fissano la CO2 atmosferica nel suolo attraverso la produzione di essudati, ovvero di acidi organici che reagendo con l’acqua si trasformano in carbonati.In suoli ricchi di calcio come tipicamente sono quelli su cui giacciono delle rovine, gli essudati di acidi organici si trasformano in carbonato di calcio, ovvero in gesso, un minerale poco reattivo che rimane nel suolo: la CO2 di partenza è così immobilizzata nel suolo.Una possibilità di riscatto per le compagnie edili che da sole contribuiscono con il 5% alle emissioni antropiche di CO2 in atmosfera. 

L’acqua che uccide

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Ogni giorno quasi 4000 bambini muoiono per infezioni intestinali trasmesse attraverso acqua non potabile. Quasi un miliardo le persone che non hanno accesso all’acqua. Intanto ovunque, nei Paesi in via di sviluppo quanto in quelli sviluppati, cresce il numero dei contaminanti che rendono questa risorsa inutilizzabile o pericolosa. Gli strumenti e le conoscenze per la potabilizzazione dell’acqua ci sono, ma sono spesso troppo dispendiosi, sia economicamente sia energicamente.

In una review firmata da ricercatori di diversi istituti e università, tra cui il Massachusetts Institute of Technology (Mit) e il Center for Advanced Materials for the Purification of Water with Systems-WaterCampws dell’Università dell’Illinois, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, Nature fa il punto sullo stato dell’arte dei sistemi di potabilizzazione.

Al centro dell’attenzione sono le strategie per ridurre i costi dei composti chimici da utilizzare e delle infrastrutture necessarie.  Intanto per giungo è prevista la prima conferenza istituzionale della Traditional Knowledge World Bank, una banca del sapere tradizionale contro la desertificazione.

Mozzarella senza visto

Migliaia di chili di mozzarelle bloccate alla dogana giapponese. Il presidente del consorzio tutela dela mozzarella Dop – denominazione di origine protetta – Franco Consalvo, invita “alla calma”. Anche il ministro all’Agricoltura Paolo De Castro parla di “allarme eccessivo”: “Il Giappone ci ha chiesto una lista di aziende a rischio. Stiamo facendo in nostri controlli, ma criminalizzare l’intera filiera è sbagliato”.

Storpiata, copiata, invidiata in tutto il mondo…Povera mozzarella, neanche a casa sua sta più al sicuro…

Un back-up per i semi del mondo

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Siamo a 1000 km a nord del circolo polare artico, nelle norvegesi isole Svalbard. E’ qui che che il 26 febbraio è stata inaugurata una sorta di “arca di Noé” delle piante di tutto il pianeta.Si tratta della Svalbard Global Seed Vault, una sorta di bunker perlopiù sotto il permafrost che avrà lo scopo di raccogliere le copie dei semi di tutto il mondo.

Già, perchè anche se la biodiversità delle piante è custodita nelle banche nazionali, non si sa mai che i semi vadano perduti.
La Svalbard Global Seed Vault ospiterà circa 4,5 milioni di campioni diversi, circa 500 per ogni campione, il che significa che i semi totali saranno circa 4,5 miliardi. Un vero e proprio tesoro di biodiversità con lo scopo di conservare le caratterisiche specifiche delle coltivazioni sparse per tutto il mondo. Un modo per affrontare garantire alle generazioni future l’accesso alle specie scomparse. Ma non una giustificazione per non impegnarsi nel preservare le risorse che la Terra oggi offre.
Ma forse già qualcuno immagina una “guerra dei semi”…

USA: impazza la Salvia allucinogena degli dei

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Salvia divinorum, è questa la nuova droga in voga tra gli adolescenti americani. Legale e a buon mercato, provoca effetti allucinogeni di circa un’ora. Peccato che influisca sulla capacità di giudizio e sull’umore a tal punto da essere stata individuata come plausibile causa di alcuni suicidi. Pubblicizzata e venduta per pochi dollari su alcuni siti internet (alcuni offrono addirittura estratti aromatizzati alla ciliegia, fragola e rum) si può fumare, masticare o diluire nelle bevande. In otto Stati americani sono già in vigore alcune limitazioni per il possesso di questa pianta, la cui sostanza psicoattiva è la Salvinorina A ed era inizialmente diffusa tra le popolazioni native messicane. In Italia fa parte della lista delle sostanze proibite già dal 2005.

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Biopirateria e ricerca

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Nature-5 marzo 2008. India, il Governo è preoccupato che una collaborazione internazionale di entomologi per classificare gli insetti del Ghats occidentale possa sfociare in atti di biopirateria. E blocca l’esportazione delle collezioni. Secondo l’Atto sulla Doversità Biologica, le specie non vanno infatti depositate in musei internazionali, ma lasciate in India.

L’argomento è estremamente controverso, anche perchè di certo non si possono studiare gli insetti, come è stato proposto, attraverso delle fotografie. Ma il timore indiano è legittimo, soprattutto per i precedenti che il Paese si è visto costretto a subire.
Che fare?

L’Ecuador perde petrolio


Dopo le contaminazioni della Texaco il petrolio in Ecuador continua a fare danni.

Chavez e Correa schierano le loro truppe lungo i confini della Colombia di Uribe. Brasile, Argentina e Cile cercano la via diplomatica gettando acqua sul fuoco. Parigi e Washington dicono la loro. Tutti a pensare se sarà nuova guerra.

Intanto in Ecuador si è rotto un oleodotto, fatto questo che sta creando enormi danni ambientali. L’incidente sarebbe avvenuto a causa di uno smottamento provocato dalle forti piogge legate al fenomeno La Nina. La frana ha causato la fuoriuscita di 4000 barili di greggio, che sono andati a contaminare il fiume Coca e il suo affluente Quijos, compromettendo anche le falde che servono alcune città del Paese. Il tutto nel cuore dell’Amazzonia.
Pesca, turismo, rifornimento di acqua in crisi.
Così come sono in crisi i rapporti con le compagnie petrolifere.
Non solo si perde prezioso greggio, ma si avvelenano ambiente e popolazioni indigene.
Ma forse i signori del Sud America sono troppo impegnati a giocare alla guerra.

Guarda uno splendido video sulle belleze della natura ecuadoriana e sulla gestione petrolio.
http://it.youtube.com/watch?v=8BXWI7OtpWQ

Scosse sismiche in Appennino

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1-marzo 2008. Numerose scosse di terremoto, due delle quali di magnitudo 4.2 sulla scala Richter sono state avvertite sull’Appennino tosco-emiliano. Lo sciame sismico ha interessato tutta la zona del Mugello fin dalle prime ore della mattina, provocando molta apprensione tra gli abitanti e lievi danni ad alcuni edifici. Gli strumenti hanno registrato una prima forte scossa alle 8.43 e un’ora dopo la seconda che ha interessato le province di Prato, Firenze e Bologna. Ulteriori repliche sono state registrate alle 11.43 di intensità 3.9 della scala Richer e alle 12.09 di intensità 3.2.

vai al sito dell’ INGV per vedere la descrizione delle singole scosse

Villaggio Inuit denuncia le compagnie petrolifere

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Siamo in Alaska, in un piccolo villaggio sull’isola di Kivalina, a 740 Km dal circolo polare artico. Un’isola di ghiaccio e roccia che sta lentamente scomparendo sotto il mare a causa dell’erosione delle onde del mare, fenomeno che si è iniziato a verificare a partire dagli ultimi anni, da quando cioè le coste si liberano per un lungo periodo dai ghiacci.

Nel 2006 i primi tentativi di salvare l’isola per mezzo di una muraglia di rocce, oggi ormai sgretolata dall’acqua salata del mare.
Gli abitanti dell’isola sono circa 400, parte dei quali vive ancora pesca, e da qualche anno vivono in condizioni insostenibili: suicidi e omicidi sono entrati a far parte della croncaca del villaggio. La riduzione dell’isola è evidente, il confronto con un rilevamento del 1838 dice che si è ridotta ad un terzo della superficie allora descritta.

Dove possono vivere i suoi abitanti?
Non si sa, ma certo è che hanno tirato fuori i denti: hanno denunciato 5 compagnie petrolifere, 14 aziende elettriche e la maggiore compagnia di carbone del Paese. L’accusa è di avere causato il cambiamento climatico dell’Artico, e quindi di responsabilità nell’erosione dell’isola. Nessuno sa come andrà a finire, ma certo è che questa denuncia entretà nella storia, così come certo è che bisogna sperare che qualcuno metta a disposizione i soldi per consentire l’esodo di 400 persone…