Villaggio Inuit denuncia le compagnie petrolifere

27alaskamap190.jpg

Siamo in Alaska, in un piccolo villaggio sull’isola di Kivalina, a 740 Km dal circolo polare artico. Un’isola di ghiaccio e roccia che sta lentamente scomparendo sotto il mare a causa dell’erosione delle onde del mare, fenomeno che si è iniziato a verificare a partire dagli ultimi anni, da quando cioè le coste si liberano per un lungo periodo dai ghiacci.

Nel 2006 i primi tentativi di salvare l’isola per mezzo di una muraglia di rocce, oggi ormai sgretolata dall’acqua salata del mare.
Gli abitanti dell’isola sono circa 400, parte dei quali vive ancora pesca, e da qualche anno vivono in condizioni insostenibili: suicidi e omicidi sono entrati a far parte della croncaca del villaggio. La riduzione dell’isola è evidente, il confronto con un rilevamento del 1838 dice che si è ridotta ad un terzo della superficie allora descritta.

Dove possono vivere i suoi abitanti?
Non si sa, ma certo è che hanno tirato fuori i denti: hanno denunciato 5 compagnie petrolifere, 14 aziende elettriche e la maggiore compagnia di carbone del Paese. L’accusa è di avere causato il cambiamento climatico dell’Artico, e quindi di responsabilità nell’erosione dell’isola. Nessuno sa come andrà a finire, ma certo è che questa denuncia entretà nella storia, così come certo è che bisogna sperare che qualcuno metta a disposizione i soldi per consentire l’esodo di 400 persone…