SCIE CHIMICHE: ALLARMISMO O NEGAZIONISMO?

Ad essere sincera non ne avevo mai sentito parlare, ma a giudicare dai documenti che ho trovato sull’unico sito italiano dedicato alle scie chimiche, queste sono al centro di diverse controversie politche e diplomatiche.

Secondo la descrizione che se ne fa sul sito, le scie chimiche sono delle strisce anomale di gas lasciate nell’atmosfera da aerei non di linea. Queste scie si differenziano da quelle di condensazione rilasciate dagli aerei tradizionali perchè tendono a permanere nel cielo molto più a lungo, cosa che ha attirato l’attenzione di diversi ricercatori e scienziati indipendenti che hanno avviato indagini al riguardo.
Ricercatori, scienziati e singoli cittadini hanno effettuato delle analisi chimiche del terreno, polveri e acqua nelle zone sottostanti spazi aerei irrorati con le scie chimiche. Le analisi più accreditate a livello mondiale accertano la presenza e l’alta concentrazione di sostanze chimiche quali sali di bario, ossido di alluminio, calcio, potassio, magnesio, torio, quarzo, sostanze che possono essere dannose per la salute umana.

I sostenitori della presenza delle scie chimiche ipotizzano che queste possano derivare da esperimenti per il controllo della nuvolosità e dei fenomeni atomosferici, ma nulla di tutto questo è stato accertato. Le istituzioni assicurano che non c’è nulla di cui preoccuparsi e affermano che le teorie delle scie chimiche sono cospirazioniste basate su nessun elemento tecnico scientifico e prive di una motivazione

L’idea di poter mutare la nuvolosità del cielo immettendo dei gas per mezzo di aerei “specializzati” sembra in effetti fantascientifica, tuttavia i sostenitori dell’esistenza delle scie chimiche richiedono a gran voce delle prove basate su analisi rigorose.

Come spesso accade nel mondo della scienza e della tecnologia, non si è in grado di decidere consapevolmente da che parte schierarsi, perchè la storia della scienza ci insegna che anche le cose più impossibili possono rivelarsi vere.
Per questo è sempre importante opporsi alla disinformazione, ascoltare ogni voce senza credere ciecamente a nessuna, ricordando che anche il fatto che la Terra fosse rotonda sembrava impossibile…

Propongo qui delle slide diffuse dal http://www.sciechimiche.org, anche se il sito non mi ha persuasa dell’esistenza delle scie chimiche…mancano le fonti e i dati, non si può avere credibilità senza dati…
Tuttavia credo sia interessante buttarci l’occhio, tanto per i possibilisti, quanto per gli scettici, io personalmente non posso dire nè che si tratti di cose vere, nè che si tratti di cose false…Chissà Socrate cosa direbbe, forse “so di non sapere”???

alzalatesta.pps

Quando il DNA fa paura

images.jpg

Il padre del DNA sembra aver deciso di mettere in cattiva luce il suo già discusso figliolo. Durante la 14esima edizione del Sunday Times Magazine lo scorso 14 ottobre, James Watson afferma che gli africani sono meno intelligenti degli altri esseri umani provocando indignazione e sgomento nella comunità scientifica mondiale. Queste le parole più shockanti: “Non c’è alcuna solida ragione per affermare che le capacità intellettuali di popolazioni separate geograficamente nella loro evoluzione si siano sviluppate in maniera identica. La nostra volontà di assegnare a tutti, in maniera uguale, le medesime capacità intellettive non è sufficiente a provare che si tratti della realtà” E ancora: “Le politiche occidentali nei confronti dei Paesi africani sono basate su un errore di fondo. Cioè sull’assunzione che le persone di colore sono tanto intelligenti quanto i bianchi. Mentre i risultati nei test rivelerebbero il contrario”. E come se non bastasse, ha aggiunto che “entro una decina d’anni saremo in grado di identificare i geni responsabili delle diffrenze. Per poi dare il colpo di grazia al ‘politically correct’ ha affermato che “Chiunque abbia avuto a che fare con un impiegato di colore sa che non è vero che tutti gli uomini sono uguali”.
“Le politiche occidentali nei confronti dei Paesi africani – ha detto Watson, parlando del rapporto tra scienza e ‘razze’ – sono basate su un errore di fondo. Cioè sull’assunzione che le persone di colore sono tanto intelligenti quanto i bianchi. Mentre i risultati nei test rivelerebbero il contrario”. Per poi dare il colpo di grazia al ‘politically correct’ affermando: “Chiunque abbia avuto a che fare con un impiegato di colore sa che non è vero che tutti gli uomini sono uguali”.

Il mondo scientifico si scandalizza e si imbarazza. La Federation of American Scientists rilascia la seguente dichiarazione: “in un momento in cui la comunità scientifica si sente minacciata da forze politiche che screditano la sua credibilità,  è tragico che una delle sue icone (James Watson) abbia gettato con le sue affermazioni una tale onta sulla professione”.

Reazioni di indignazione provengono anche dal Museo della Scienza di Londra, presso il quale Watson avrebbe dovuto tenere a breve una conferenza, immediatamente annullata in seguito alle dichiarazioni dell’illustre scienziato. Il Museo dichiara che il 79enne premio Nobel per la medicina “ha oltrepassato i limiti accettabili del dibattito”.
Scandalizzato anche il Ministro inglese Lammy, che giudica le affermazioni di Watson come “offensive” ed aggiunge che “è un peccato che uno scienziato del suo calibro adombri i meriti della sua ricerca con delle affermazioni frutto del pregiudizio”.
Ed è proprio nel suo ruolo di scienziato che sta l’aggravante delle sue affermazioni: prima di tutto in quanto prive di alcun valore scientifico e poi perchè ipoteticamente più credibli da parte dell’opinione publica.

Spiace portare via ad un genitore suo figlio, ma per il bene del DNA siamo costretti ad affidarlo a mani più sicure.

Social network e scarpe a punta

images_klovdahl_small.jpg

Negli anni ’60 nasce ad opera di Stanley Milgram la cosiddetta Social Network Analysis (SNA). Questa teoria, in Italia considerata una tecnica di analisi statistica, descrive le reti sociali che si sviluppano tra gli individui rappresentandole anche a livello grafico tramite diagammi ed è molto utilizzata in discipline moderne quali la sociologia, l’antropologia, la linguistica o le soienze della comunicazione.

Approfondendo i suoi studi attorno alla SNA, Stanley Milgram, è arrivato a defenire il Principio dei Sei Gradi di Separazione, altrimenti definito “Small World Theory”, secondo cui la media dei contatti che lega due persone qualsiasi nel mondo è pari a sei. Questo significa ad esempio che, volenti o dolenti, su questo mondo siamo tutti tra noi legati tramite, mediamente, sei soli intermediari. Il che significa che se io conosco la serva di Penelope e la serva di Penelope conosce Penelope e Penelope conosce Ulisse e Ulisse conosce Atena e Atena conosce Zeus, beh, io e Zeus siamo legati da sei gradi di separazione e quindi siamo in perfetta media! Teoria stuzzicante e raccapricciante allo stesso tempo…Sei gradi di separazione da Mario Monicelli mi lusingano, ma sei gradi di separazione da Bush o Putin forse un po’ meno…

Scherzi a parte la SNA ha diverse applicazioni che vanno dalle più classiche in sociologia alle più innovative, quali quelle in ambito epidemiologico o culturale ( diffusione delle malattie e delle idee). A questo proposito è nata una vera e propria disciplina, la memetica, che studia la diffusione della cultura paragonandola a quella delle malattie. Trasmettere un’idea e contagiare una malattia al prossimo presuppongono in fondo una condizione comune: un contatto tra le persone. La creazione di una rete di contatti. Ovvero, per dirla all’inglese, un Social Network. Come è passata la moda delle scarpe a punta, così si spera passi anche la prossima influenza!

Hello world!

Welcome to WordPress.com. This is your first post. Edit or delete it and start blogging!